Iniziamo
oggi una serie di piccole interviste volte ad illustrare il PROGETTO,
l'organizzazione e le aspirazioni del settore giovanile del Rezzato. Uno alla
volta, intervisteremo tutti i tecnici che allenano le squadre giovanili e la
Scuola Calcio dell’AC Rezzato.
Il
nostro primo ospite è Germano Panni, responsabile tecnico di tutto lo staff e
allenatore della categoria Juniores, che ci farà una panoramica generale delle
varie componenti, pratiche e teoriche, che sottendono la visione complessiva
del calcio giovanile da parte della società.
Germano Panni |
Classe
1980, Panni si è nutrito di pane e calcio fin dalla tenera età, trasformando
nel tempo una grande passione in una carriera da giocatore nel ruolo di
centrocampista e in seguito in una professione come tecnico e dirigente. Dai 10
anni fino ai 19 milita nel Brescia Calcio, arrivando a giocare nella Primavera
con futuri campioni del calibro di Pirlo e Diana. Milita negli anni in varie
formazioni di serie professionistiche, superando un grave infortunio intorno ai
16 anni che ne limita in parte aspettative e aspirazioni, ma riuscendo nonostante
ciò a togliersi diverse soddisfazioni professionali. Dopo una gavetta da allenatore
dei pulcini nel Brescia mentre è ancora in attività, appese le scarpette al
chiodo, arriva a vincere il campionato regionale con i Giovanissimi della
Rigamonti, accumulando un bagaglio di esperienze e appassionandosi
nell'insegnamento del calcio ai bambini e ai ragazzi. Nel 2013 prende il
patentino UEFA B da allenatore e si convince che vuole farne una professione.
Ciao Germano, quando e come sei entrato a
far parte della SDL ACADEMY REZZATO?
Sono
arrivato nella stagione 2013/2014, dopo aver conosciuto il signor Musso con in
quale ci siamo da subito trovati in sintonia sul modo di vedere l’universo del
pallone. Quello che mi ha colpito fin dal primo approccio è stato il codice
etico e morale che la dirigenza pretende dai tutti i collaboratori, valori di
vita e di sport da mettere in pratica e da insegnare ai ragazzi, che devono
essere il centro di tutto il progetto che riguarda il settore giovanile. Noi
cerchiamo, nel nostro piccolo, di formare piccoli uomini prima ancora che
piccoli sportivi. Riteniamo che far parte di un gruppo renda necessario sottostare
ad alcune regole base che possano permettere ai ragazzi di divertirsi come
sportivi ma anche di formarsi come individui. Ovviamente non pretendiamo di
sostituirci alle varie istituzioni preposte all'insegnamento, ma cerchiamo di
essere per i ragazzi un punto di riferimento anche e soprattutto con il nostro
comportamento.
Entriamo un po’ più nello specifico: quali
sono i valori che cercate di insegnare ai ragazzi, alla base del progetto della
nostra società?
Sostanzialmente
abbiamo tre punti fondamentali sui quali cerchiamo di non transigere, convinti
che oltre all'aspetto ludico, praticare uno sport di gruppo sia anche un’ottima
palestra di vita. Il primo punto è il rispetto delle regole, degli allenatori e
dei compagni. In un gruppo è fondamentale sapersi confrontare con tutte le
parti senza offendere o prevaricare nessuno. Tutti sono importanti e tutti
contribuiscono all'equilibrio e alla buona riuscita del progetto. Il secondo
punto è la cultura del lavoro: niente nella vita è gratis. Quello che riesci a
fare è frutto di preparazione, impegno, fatica e applicazione. Per questo
motivo la società ha scelto di avvalersi della collaborazione di personale
preparato e competente, affinché i ragazzi possano contare su un’ottima educazione
sia sportiva che umana. Infine, il terzo punto importante è quello che nel
calcio dei grandi chiamiamo comunemente “attaccamento alla maglia”, che abbiamo
allargato nell'accezione di attaccamento al gruppo. Essere orgogliosi di farne
parte e sentirsi elementi attivi e importanti di un progetto più ampio del
singolo. Detto così può sembrare complesso ma in realtà sono pochi e chiari
modelli di comportamento che cerchiamo di insegnare e di mettere in pratica,
perché pensiamo che i ragazzi abbiano bisogno di un esempio concreto più che di
mille parole.
Credo che l’ intento di intraprendere un
percorso che non sia solo di svago e divertimento, ma che abbia come fondamento
dei valori etici da tramandare alle nuove generazioni, sia una prerogativa
lodevole; avete trovato delle difficoltà in questo percorso?
Beh,
come spesso accade quando si cerca di cambiare un sistema consolidato, ci sono
sempre alcune difficoltà, ma se così non fosse non sarebbe un vero cambiamento.
A volte devi mettere in conto di poter perdere qualche pezzo per strada anche
se devo dire che nel nostro caso siamo stati fortunati e la maggior parte delle
persone coinvolte nel progetto hanno abbracciato questa visione e hanno
moltiplicato l’impegno e la partecipazione alle attività che ruotano intorno a
tutto il settore giovanile, dalla scuola calcio fino agli Juniores. Aggiungo
che anche le famiglie dei nostri tesserati sembrano iniziare ad apprezzare il
nostro modo di “fare calcio”.
Un’ultima domanda. Parlami brevemente dei
tuoi collaboratori più stretti.
Tutte
le persone che collaborano con noi sono risorse preziose e importanti per la
realizzazione del PROGETTO, dalla Presidentessa Cristina Battaleni fino
all'ultimo dei volontari che ci aiutano a far vivere e a migliorare il nostro
settore giovanile. Menzionare qualcuno in particolare sarebbe non solo
antipatico, ma anche scorretto perché, credetemi, in questa stagione 2015-2016
tutti coloro che abbiamo coinvolto stanno lavorando come forsennati per
migliorare sia le tecniche di lavoro che le strutture della nostra società. E
anche chi quest’anno non c’è più ma ha lavorato con noi negli ultimi 3 anni ha
dato un apporto fondamentale, senza il quale oggi non sarebbe possibile parlare
in modo serio e credibile di progetto.
Vuoi aggiungere qualche considerazione
finale?
Ribadisco
che il nostro staff è composto da professionisti seri e preparati. Molti di noi
hanno giocato e lavorato in realtà sportive di un certo livello e portano tutti
i giorni in campo il loro bagaglio di esperienza; il progetto che abbiamo
intrapreso crediamo sia la strada migliore per ottenere dei risultati tangibili,
sia a breve che a lungo termine. “Investire sulle persone!”, questo è stato lo
slogan della stagione 2015-2016. Crediamo che l’unico modo per dare solidità e
serietà ad un’associazione sia quello di coinvolgere persone di spessore; con
tanto lavoro e applicazione, poi, una squadra come questa può superare qualsiasi
problema e raggiungere, con la dovuta pazienza, anche obiettivi inizialmente
ritenuti troppo lontani.
A.B.
A.B.
Nessun commento:
Posta un commento