lunedì 19 maggio 2014

Sandro Musso: "La Gioia di Vivere"


La vita intera come playground,

un richiamo appassionato, uno slogan evolutivo, qualcosa di tanto gioioso e scanzonato, quanto assolutamente serio, un'attitudine verso la vita intera.

E' proprio quando le cose sono importanti che vanno affrontate con il sorriso sulle labbra, che la capacità di giocarsele diventa decisiva.

Personalmente attribuisco valore assoluto alla forza di volontà, a una certa durezza con se stessi, e ho imparato presto che è sotto pressione che si vede e che si misura davvero chi si è ( a essere buoni, bravi e belli quando le cose vanno bene sono capaci tutti, più o meno).

Ma chi ha mai detto che non ci si possa rimboccare le maniche e affrontare una missione con il sorriso sulle labbra, con un certo divertimento e un molto abbondante calore vitale?

Proprio perchè ogni cosa importante – le imprese, i valori, lo studio, le responsabilità – è appassionante e vitale, e si merita occhi che brillano e sensi accesi.

Alimentare, reinventare, rilanciare la vitalità di una relazione, sentirne ed esplorarne i margini di miglioramento, perchè le relazioni, i progetti, le idee, i lavori, tutte quante le esperienze, senza gioco, senza slancio, sono ineluttabilmente destinate a ripiegarsi, ad appassire, a trasformarsi in qualcosa di magari anche piacevole e importante e rassicurante, ma sempre lontano dai grandi fuochi.

Senza un'attitudine giocosa non c'è evoluzione. Nessuna evoluzione è mai stata e sarà mai possibile senza eccitazione, senza entusiasmo, senza quel tanto di irriverenza e di sfrontatezza e di voglia di giocarsela.




Vorrei non parlare mai di diritti e doveri.

Vorrei che tutto ruotasse intorno al senso di responsabilità e alla generosità, e a personalità così sovrabbondanti da non considerare altre unità di misura se non appunto la propria sovrabbondanza.

Semmai tendo sempre a pensare di non avere diritti, di dovermi guadagnare tutto da me senza chiedere. E' una posizione tanto orgogliosa quanto estremamente sciocca, me ne rendo conto.

Ai diritti, alle rivendicazioni, al riconoscimento di quanto ci spetta, non possiamo certo rinunciare, ci mancherebbe. Anzi, l'ampliamento dei diritti individuali e collettivi non soltanto è sacrosanto, ma semmai va ancora più esteso.

Però non possiamo non vedere che quando la logica dei diritti e delle rivendicazioni prende il sopravvento, lì ci mettiamo nelle condizioni psicologiche di aspettarci che le soluzioni vengano dal sistema, dalla società o da chi abbiamo intorno, e il senso di responsabilità e la forza di volontà finiscono per sbiadire.

Deleghiamo gli altri a fare le cose al posto nostro e siamo sempre pronti a lamentarci per le loro mancanze, e così indeboliamo la confidenza nel nostro valore.

Non sto certo dicendo di mettere in soffitta tutto quello che ci ha portato ad avere sempre più diritti: ma dobbiamo avere la consapevolezza che proprio così si è affermato un modello senza rischi né slanci, dove le grandi scelte vengono demandate all'esterno, dove la vita è ridotta a qualcosa da difendere e non da espandere.

Tutti i diritti del mondo sono costruiti sulla sabbia, senza il coraggio di contare innanzitutto su se stessi. Mai allontanarsi dal proprio carattere, anzi valorizzarlo in tutta la sua pienezza, nelle parti più creative e luminose quanto in quelle scomode e non negoziabili.




Evoluzione e innovazione

Se si vuole fare l'evoluzione e non soltanto guardarla, allora è la forza, la confidenza e anche la sfrontatezza del carattere che fa la differenza.

Credo che ogni buona idea e ogni valore forte debbano abbracciare spinte diverse, e anzi che una buona idea e un valore davvero forte sono quelli capaci di armonizzare spinte molteplici se non contraddittorie.

L'abbondanza delle opzioni è l'unità di misura di ogni evoluzione: ma al tempo stesso scegliere nella sovrabbondanza è dannatamente difficile e ansiogeno per chi non è attrezzato a scegliere.

Più scelte generano altre scelte, più contatti generano altri contatti, più evoluzione genera altra evoluzione. Tutta l'evoluzione è un flusso che corre verso l'ampliamento delle possibilità di scelta.

Innovare, inventare, reinventare dovrebbe essere come respirare, come muovere i piedi uno davanti all'altro: si fa e basta.

Senza innovazione ogni organismo deperisce, appassisce, sbiadisce.

Vale sempre e dovunque e comunque, vale per la politica, per l'economia, per la cultura, vale per la ricerca, per la progettazione e vale per il tempo che siamo destinati a vivere....




Noi facciamo politica nelle nostre scelte e nei gesti quotidiani,

facciamo politica se inventiamo qualcosa e se suscitiamo energie intorno a noi,

facciamo politica se nutriamo relazioni forti e se ci impegniamo a crescere bene i bambini.

Si chiama politica evolutiva, politica vitale: questa si che è dannatamente appassionante.

Energie dedicate a progettare, inventare, innovare, elaborare strategie economiche, cercare soluzioni scientifiche o sociali per malattie e sofferenze, far sentire importanti i nostri bambini, far star bene le persone intorno a noi, diventare gli autori di noi stessi, rallegrare e rafforzare le nostre relazioni sentimentali, leggere libri appassionanti, allenare i nostri muscoli, accendere i nostri sensi, mettere a fuoco paradigmi mentali più evoluti, non risparmiare sugli slanci e sul coraggio.




Ho ancora tanto desiderio di dare e ricevere energia verso progetti che ambiscano a coinvolgere, entusiasmare e farci sentire felici di vivere. Le liste di REZZATO DEMOCRATICA comprendono, per le prossime elezioni del Comune di Rezzato, anche il mio nome. Ringrazio sin d'ora chi riterrà opportuno darmi fiducia.

Sandro Musso


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