giovedì 22 novembre 2012

GIANLUCA MONTINI: LA DIFFICILE VITA DELL' ALLENATORE


Cuore giallo-rosso e amore spasmodico per il mondo del calcio. Questo è Gianluca Montini, allenatore dell’Imperia Rezzato, squadra militante nel campionato CSI Girone B.
Guardiamo cos’ha da raccontarci oggi Gianluca.

Gianluca Montini
Gianluca Montini
BC: Da quanto sei nel mondo del calcio? Parlaci delle tue più importanti esperienze
Gianluca: Il calcio entra a far parte della mia vita nella stagione più esaltante per molti italiani, era il settembre dell’ 82 e forse è perché freschi di titolo iridato regalato dalla Nazionale di Bearzot che mio padre mi porta a calcare il primo campo di calcio, l’allora “fumoso” campo di Rezzato nei pulcini (oggi in sintetico) allenati dal mitico Ezio. Da quel giorno non ho più smesso, passando per Botticino, Mazzano, Montirone e S. Carlo Rezzato. Sono forse queste ultime due le Società che mi hanno dato di più, con due vittorie di campionato dalla 3° alla 2° Categoria pur senza mai partire coi favori dei pronostici … ma non dimentico anche gli esaltanti anni di Botticino, anni di giovanili che mi hanno fatto crescere molto. Poi a 29 anni il Csi a 7, fondando con amici la Nova Imperia la cui maglia è diventata una seconda pelle. E’ qui che tre anni fa la passione mi ha portato ad iniziare la “carriera” da allenatore.
BC: Cosa vuol dire fare l’allenatore?
Gianluca: All’ Oratorio di Rezzato la Nova Imperia ha portato si una squadra di Open, ma anche una di Top junior e una di Juniores. E’ con questi ragazzi che ho mosso i primi passi in panchina, pur continuando a giocare nella prima squadra, raddoppiando di fatto gli impegni. Allenare è un mestiere difficilissimo, in special modo se hai a che fare con ragazzi in età adolescenziale e credo che non ci sia bisogno di spiegare il perché. Ma fare l’allenatore vuol dire imparare a gestire un gruppo, imparare a farsi ascoltare e bisogna saper entrare nella testa dei tuoi giocatori per trovar la chiave che li faccia esprimere al meglio in campo. Poi si cerca di insegnare calcio, ma questa forse è la cosa meno importante, preferisco insegnare ad essere uomini.
BC: Come mai il CSI? E perché il Rezzato?
Gianluca: Il Csi è arrivato grazie appunto all’ idea iniziale di 5 amici di fare una squadra “nostra”!
Dal 2005 al Giugno 2012 il Csi a 7 è stato il nostro mondo e la Nova Imperia la nostra realtà. Son stati anni di grande impegno e soddisfazioni. Poi la realtà si è evoluta: grazie alla dirigenza dell‘ Ac Rezzato che, vogliosa di dare modo a tutti di fare calcio, ha voluto aggiungere alla famiglia anche il calcio amatoriale: ci hanno cercato, ci siamo confrontati, ci siamo “piaciuti” e insieme abbiamo dato vita alle due squadre che attualmente giocano (a 11 e a 7) nel Csi col nome Imperia Rezzato ed io ho accettato di buon grado di passare ad allenare finalmente una squadra a 11.
Dal Rezzato son partito e a Rezzato son tornato, per ora il cerchio si è chiuso, dopo 30 anni.
BC: Com’è il rapporto con i tuoi ragazzi?
Gianluca: Il rapporto è ottimo. Alcuni di loro sono ragazzi che son stati miei compagni nelle squadre sopracitate, quindi uomini fatti e giocatori rodati che conosco da tantissimi anni e coi quali viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda. Ma la maggior parte sono giovani promettenti, alcuni disinnamorati del calcio a causa di qualche delusione che sto cercando di far “rinascere” calcisticamente e coi quali bisogna saper toccare le corde giuste. Nel complesso comunque penso di essere per tutti loro una persona rispettabile, che è requisito fondamentale per cementare il gruppo nei prossimi mesi.
BC: Adatti i giocatori al modulo o quest’ultimo è stabilito basandoti sulle caratteristiche degli uomini a disposizione?
Gianluca: Indubbiamente la seconda: sono i giocatori che fanno il modulo, non il contrario!
Adattare i calciatori a fare quello che non gli piace fare credo sia la mossa più stupida che un Mister possa fare. Tanti lo fanno per poter dire di aver scoperto l’ acqua calda e magari trasformano centrocampisti in marcatori o addirittura in centravanti. Ok, ci son giocatori che possono fare più ruoli o che sono più adattabili, ma penso che dal Csi e fino alla Prima Categoria il compito di un allenatore sia mettere i suoi giocatori nel ruolo a loro più congeniale.
BC: Quali obiettivi avete per questa stagione?
Gianluca: L’obiettivo è crescere come squadra e mettere le basi per diventare protagonisti negli anni a venire. Non vogliamo essere una meteora! Specialmente nel Csi le squadre vanno e vengono, durano un paio di stagioni poi evaporano. Noi due mesi fa non esistavamo ed è difficile ottenere risultati importanti al “primo giro” anche perché di contro si fronteggia qualche squadra che fa questo campionato da 10 anni ed ha molta più esperienza. Detto ciò, stiamo facendo bene e la parte alta della classifica credo sia la nostra dimensione, ma per rimanerci bisogna che non si molli un centimetro.
BC: Se dovessi farmi un nome su tutti tra i giocatori della tua rosa chi sceglieresti?
Gianluca: E’ una domanda trabocchetto? Non te lo dirò mai … ti ricordi cosa ho detto prima? Bisogna essere anche un po’ psicologi e farti un nome di una giovane promessa vorrebbe dire metterlo su un piedistallo e sarebbe sbagliato nei confronti del gruppo.
Ho tanti giocatori validi, ma un giocatore per quanto bravo non è niente senza i suoi compagni, da noi nessuno vince la partita da solo.
Gianluca negli studi di Centocampi
Gianluca negli studi di Centocampi
BC: Ti ispiri a qualcuno in particolare?
Gianluca: Non è che mi ispiro a qualcuno, diciamo che stimo Conte, Mourinho e Mazzarri: allenatori che odiano un po’ tutti eccetto i loro tifosi. A me invece piace come vivono le partite, come sanno mettere in campo una squadra e come riescono a trasferire la loro personalità ai giocatori. Loro ottengono dai loro ragazzi il 110%! Si, sono un po’ stronzi, ma ritengo che faccia parte sempre di un discorso psicologico al fine di ottenere quel 110%, si mettono contro tutti e caricano la squadra. Sono dei parafulmini eccezionali!
BC: Che squadra tifi?
Gianluca: La prossima domanda? Tifoso della Roma dai tempi del Principe Giannini, infanzia da interista segnata da troppe delusioni per poter sopravvivere. Poi con l’arrivo del “Pupone” l’amore per il giallorosso è diventato sempre più forte.
Ma stando in tema di allenatori tra Luis Enrique e Zeman siamo passati dalla padella alla brace. Al Boemo non darei in mano neanche il Rezzato.
Zdenek, so che leggi Brixiacalcio.it, ascoltami: dimettiti!
BC: Sei stato il secondo vincitore del nostro concorso “Mai Dire Pronostici”: com’è stata l’esperienza a Centocampi?
Gianluca: Devo proprio ringraziare tutti, voi di Brixiacalcio e Rtb e Luca Bertelli. E’ stata un’ esperienza bellissima.
Per me, che non sono certo abitualmente in tv, è stata una serata diversa, ma Bertelli è bravissimo a mettere a loro agio gli ospiti e così è subito diventato un salotto tra amici che parlano di calcio. Per me è stato come essere a Controcampo, mi è talmente piaciuto che spero di rivincere e tornare!
BC: Un saluto ai lettori ed alla redazione di brixiacalcio.
Gianluca: Rinnovo i ringraziamenti per la partecipazione a Centocampi e anche per questa intervista che mi ha fatto ripensare a tanti bei momenti passati sui campi di calcio. A presto … e forza Imperia Rezzato!

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